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Temple Grandin è docente di
scienze del comportamento animale alla Colorado State University, un
personaggio di spicco a livello mondiale nella progettazione degli
allevamenti per mucche.
Nasce nel 1947 a Boston.
All'età di 2 anni le viene
diagnosticato un danno celebrale, e alcuni anni più tardi
venne accertato il suo autismo.
In quegli anni la scienza classificava
l'autismo come una forma di schizofrenia, e le madri erano accusate
essere la causa del disturbo in quanto si sosteneva che fossero
fredde e distaccate verso i loro figli autistici, chiamandole Madri
Frigorifero.
In seguito alla
diagnosi però la madre si rifiuta di seguire il consiglio del
diagnosta di mettere Temple in un istituto, e con molta caparbietà
riesce ad insegnarle a parlare, e la aiuta ad inserirsi nella vita
tutti i giorni.
Fin da
bambina
Temple ha sempre avuto
più facilità di rapporto con le mucche che con le
persone, che a fatica accettavano la grave forma di autismo di
cui soffre. Quando sua madre la teneva in braccio, Temple si
irrigidiva e la graffiava cercando di divincolarsi.
Ma con le mucche era diverso: da
ragazzina nel ranch di sua zia in Arizona passava ore sdraiata tra
questi animali. Le accarezzava, ne percepiva gli umori, ne capiva le
paure.
È proprio osservando le mucche
che riesce a trovare un modo per “curare” se stessa.
Nota infatti l'effetto calmante che
aveva sugli animali che dovevano essere visitati e/o vaccinati dal
veterinario in un recinto molto costrittivo, nel quale l'animale non
riusciva a girarsi, un effetto paragonabile all'abbraccio della madre
su di un bambino agitato.
Costruisce quindi una macchina dotata
di due pannelli che, regolandone l'intensità la stringevano da
entrambi i lati impedendole di muoversi e dandole lo stesso benefico
effetto di quegli abbracci che non riusciva a ricevere per via della
sua disfunzione di integrazione sensoriale, a causa della quale non
gradiva il contatto fisico con le persone.
Per questo la chiamò la macchina
degli abbracci.
Afferma di considerarsi fortunata per
aver goduto di un buon supporto sia al tempo in cui frequentava la
scuola primaria che successivamente.
Temple negli anni a seguire conseguì
una laurea di primo livello in psicologia al Franklin Pierce College
(1970), successivamente si laureò in zoologia all’Università
Statale dell’Arizona nel 1975, e completò poi il dottorato
di ricerca in zoologia presso l’Università dell’Illinois
nel 1989.
Dopo essersi laureata comincia a
lavorare in un ranch, e grazie alle sue osservazioni progetta delle
strutture che prendano spunto dal comportamento naturale degli
animali, perché il fatto che siano destinati al macello non
giustifica che debbano subire un trattamento disumano.

Ed è proprio grazie al suo
lavoro che Temple Grandin è forse l’unica persona al mondo
che ha ricevuto riconoscimenti sia dalle associazioni animaliste sia
dagli allevatori di bestiame di ogni continente.
Sulla base della sua personale
esperienza ha invocato l’intervento ed il supporto di insegnamenti
che possano risolvere le problematiche dei bambini autistici,
combattendo comportamenti inadatti per altri più adeguati. Ha
raccontato di essere ipersensibile ai rumori e ad altri stimoli
sensoriali e di provare il bisogno di trasformare ogni cosa in
immagini visive. Secondo Temple il suo successo nel lavoro di
progettista dipende proprio dalla sua condizione di autistica. È
a partire da tale condizione infatti che riesce a soffermarsi su
dettagli minutissimi ed è in grado di utilizzare la memoria
visuale come fosse un supporto audiovisivo, sperimentando mentalmente
le diverse soluzioni da adottare. In tal modo riesce a prevedere
anche le sensazione che proveranno gli animali sui quali verrà
utilizzata l’attrezzatura.
È considerata un'importante
attivista del movimento dei diritti delle persone autistiche dai
quali a sua volta è frequentemente citata.
Il suo merito principale è stato
quello di presentare il punto di vista delle persone autistiche,
contribuendo in tal modo all’affinamento di metodologie di
intervento più adatte a supportare le persone colpite da
questa sindrome.
Nonostante all'epoca in cui le
diagnosticarono l'autismo i dottori le avevano predetto una vita
rinchiusa in strutture specializzate, tutt'oggi all'età si 63
anni Temple gira il mondo tenedo conferenze sulla sua condizione di
persona autistica, spiegando con parole chiare cosa significa e come
funziona il suo cervello
“Io penso per immagini. Non penso
col linguaggio. […] Cosa vuol dire pensare per immagini?
Letteralmente è il cinema nella testa. La mia mente funziona
come Google per le immagini. Quando ero bambina non sapevo che il mio
modo di pensare fosse diverso. Pensavo che tutti pensassero per
immagini. E poi quando ho scritto il libro “Pensare in immagini”
ho cominciato a intervistare la gente su come pensa. Ed è
stato sconvolgente scoprire che il mio modo di pensare era parecchio
diverso. (Temple Grandin, TED Talks, febbraio 2010) “
Della
sua vita hanno anche fatto un film
Temple
Grandin - Una donna straordinaria che
racconta gli anni dell'adolescenza e dell'università
concludendosi con una scena dove lei e la madre vanno ad una
conferenza sull'autismo e alla quale, con una dose di coraggio non
indifferente a mio parere, Temple prende la parola e racconta la sua
esperienza davanti a dottoroni e luminari, afferma che dall'autismo
non si guarisce, ma spiega come rendere le differenze punto di forza,
perché lei è, come diceva sempre sua madre, “Diversa,
ma non inferiore”
Temple Grandin
porta avanti una battaglia in cui cerca di spiegare cosa significa
convivere con un disturbo del genere, non è per nulla facile
con un disturbo come il suo mettersi sotto i riflettori. Ci vuole
così tanto coraggio e così tanta padronanza di sé
che io per prima non sono sicura che sarei in grado di fare una cosa
del genere, e io non devo affrontare tutte le difficoltà
con le quali lei si scontra. Sono rimasta affascinata da questa donna
dopo averla vista in una puntata di un programma televisivo. Sono
andata a cercare informazioni su di lei, ho visto i video di alcune
sue conferenze, e ho cercato il film che mi ha commosso fino alle
lacrime.
Il solo fatto che
una persona autistica parli in prima persona di questo disturbo penso
che possa dare speranza a molte famiglie che si trovano ad affrontare
gli stessi problemi, dall'autismo non si guarisce, lo so bene, ma
questa è la dimostrazione che c'è molto di più
di quello che le persone “normali” normalmente si aspettano.
Un ritratto stupendo, dedicato a una signora che non conoscevo e di cui cercherò il prima possibile il film.
Franci, Monica, Miki, Fede e Clara
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