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"Ritratto di signora" #12


Buongiorno lettori,
è arrivato il 1° Ottobre e con lui il nostro appuntamento mensile.
Questa volta tocca a me :)

Questo mese vi vorrei raccontare la storia di una donna coraggiosa, che fin da piccola si è ribellata agli orrori e che una volta cresciuta ha messo a repentaglio la sua vita pur di salvare tante persone innocenti vittime della pazzia dettata dal nazismo...una storia che è poco conosciuta e che anch'io purtroppo non conoscevo fino a tempo fa, ma che mi sembra giusto diffondere.
Sto parlando di Irena Sendler.

Irena Sendler nasce a Varsavia il 15 Febbraio 1910 da una famiglia polacca socialista.
Il padre era medico e morì di tifo dopo averlo contratto mentre assisteva i malati che altri medici avevano rifiutato di curare: molti di essi erano ebrei.
Al momento in cui il padre spirò, la comunità ebraica come segno di ringraziamento per ciò che aveva fatto per loro, si offrì di pagare gli studi a Irena.
Irena, fin da ragazza provò vicinanza per il mondo ebraico e all'università proprio per questo si oppose alla ghettizzazione degli studenti ebrei, facendosi sospendere così per tre anni.
Finiti gli studi, cominciò a lavorare come assistente sociale e durante la seconda guerra mondiale, quando i nazisti occuparono la Polonia, cominciò a lavorare per salvare gli Ebrei, riuscendo insieme ad altri collaboratori a procurarsi 3000 passaporti falsi per aiutare le famiglie ebraiche.

Nel 1942 entrò nella resistenza polacca e attraverso il movimento clandestino non comunista di cui faceva parte: la Zegota, fu incaricata di occuparsi delle operazioni di salvataggio dei bambini ebrei del Ghetto.
Per non richiamare l'attenzione su di sé quando andava  i visitare gli ebrei per vedere se avevano contratto il tifo, ella metteva una Stella di Davide, anche come segno di solidarietà verso di loro.
Irena, in battaglia Jolanta, insieme ad altri membri riuscì a far fuggire i bambini dal Ghetto, portandoli fuori tramite ambulanze o altri mezzi e per non far sentire i bambini che piangevano ai nazisti aveva con sé un cane addestrato ad abbaiare, nel caso si fossero avvicinati.
Irena dava ai bambini dei falsi documenti con nomi cristiani e li affidava a famiglie cristiane, a conventi  o a preti cattolici che gli nascondevano nelle case canoniche. Ella annotava i veri nomi dei bambini accanto ai falsi, li nascondeva in barattoli di marmellata sotto un albero del suo giardino, in modo che se i loro genitori si fossero salvati avrebbe potuto ricongiungerli a loro.
Nell'ottobre 1943 venne arrestata dalla Gestapo e torturata: le furono spezzate gambe e braccia, facendola rimanere inferma a vita, ma ella non rivelò niente.
Condannata a morte, fu liberata dalla resistenza polacca che diede dei soldi ai soldati tedeschi, facendola così risultare comunque tra i giustiziati e nei mesi seguenti Irena continuò a organizzare salvataggi dei bimbi ebrei nell'anonimato. 
Finita la guerra, consegnò i nomi dei bambini ad un comitato ebraico che riuscì a rintracciare 2000 bambini, anche se la maggior parte delle famiglie erano state sterminate.
Nel 1965 venne riconosciuta dallo Yad Vashem di Gerusalemme come una dei Giusti tra le nazioni, titolo utilizzato per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo dal genocidio nazista conosciuto come Shoah.
Il 7 novembre 2001 le venne assegnata la Croce di Comandante con Stella dell'Ordine della Polonia Restituta.
Nel 2003, papa Giovanni Paolo II le inviò una lettera personale lodandola per i suoi sforzi durante la guerra. Il 10 ottobre 2003 Irena ricevette la più alta decorazione civile della Polonia, l'Ordine dell'Aquila Bianca e il premio Jan Karski "Per il coraggio e il cuore", assegnatole dal Centro Americano di Cultura Polacca a Washington, D.C..
Nel 2007 il Presidente della Repubblica di Polonia, la proclamò eroe nazionale, ma purtroppo non potè presentarsi all'atto di omaggio, perché ormai 97enne non fu in grado di lasciare la casa di riposo in cui risiedeva, ma mandò una sua dichiarazione per mezzo di Elżbieta Ficowska, che aveva salvata da bambina.
Il nome di Irena Sendler venne anche raccomandato dal governo polacco per il premio Nobel per la pace, con l'appoggio ufficiale dello Stato di Israele espresso dal suo primo ministro Ehud Olmert. Ma alla fine, il premio venne assegnato a Al Gore.
Questi, alcuni dei pensieri di Irena:
 Avrei potuto fare di più. Questo rimpianto non mi lascia mai. Ogni bambino salvato con il mio aiuto è la giustificazione della mia esistenza su questa terra, e non un titolo di gloria.

Irena Sendler morì a Varsavia il 12 Maggio del 2008.
La vita di Irena Sendler è stata riscoperta nel 1999 grazie ad alcuni studenti di un college del Kansas, che hanno lanciato un progetto per far conoscere la sua vita e il suo operato a livello internazionale.
Sono venuta a conoscenza dell'esistenza di questa donna grandiosa nella Giornata della Memoria, grazie ad un link su Facebook (può essere molto istruttivo a volte), dove si ricordava la sua figura: mi ha subito attratto il viso di Irena da cui traspariva tutta la sua bontà e la sua dolcezza e subito dopo mi ha colpito la sua storia e mi è sembrato un peccato che ogni anno i mass media non  parlino affatto di Irena Sendler e di tutte le vite innocenti che ha salvato.  La sua storia mi ha commosso sia per le imprese pericolose, sia perché mi ha fatto pensare a tutte le persone che purtroppo non sono riuscite a salvarsi; mi ha fatto provare di nuovo molta rabbia per quest'orrore inutile e mi ha fatto anche riflettere sulla società di oggi, dove ormai nessuno aiuta nessuno, neanche quando potrebbe e questo è davvero triste...dovrebbero esistere più persone come Irena Sendler.

Franci

Al prossimo mese
Miki, Monica, Federica, Michele, Clara e Franci



Commenti

  1. Brava Franci, bellissimo articolo!

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  2. Eccomi qui, ieri non ero riuscita a commentare, grazie per il tuo contributo al nostro progetto e per averci fatto conoscere questa donna!

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  3. Un "ritratto" davvero emozionante! Complimenti!

    RispondiElimina

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