Passa ai contenuti principali

Recensione "Borderlife" di Dorit Rabinyan


Titolo: "Borderlife"
Autrice: Dorit Rabinyan
Casa editrice: Longanesi
Pagine: 384
Prezzo: 16,90 - ebook: 9,99
Clicca qui per acquistare Borderlife
TRAMA 
È autunno, a New York. Il secondo senza le Torri. Liat ha appena conosciuto Hilmi e gli cammina accanto nel pomeriggio che imbrunisce, mentre pensa: Non hai già abbastanza guai? Fermati, finché puoi! Ma fermarsi non può, perché, nonostante le ferite, la magia della Grande Mela è ancora intatta, e Hilmi ha gli occhi dolci e grandi, color cannella, riccioli neri e un sorriso infantile che spezza il cuore. Lei è di Tel Aviv, fa la traduttrice e si trova negli USA grazie a una borsa di studio. Ha servito nell'esercito e ama la sua famiglia (Che cosa penserebbero, se lo sapessero?). Lui vive a Brooklyn e fa il pittore, e nei suoi quadri c'è sempre un bimbo che dorme e sogna il mare, quel mare di cui da ragazzo poteva cogliere appena un lembo, da lassù, al nono piano di un palazzo di Ramallah. Che questo amore sia un'isola nel tempo, si dice lei. Un amore a cronometro, un amore a scadenza, la stessa indicata sul visto, la stessa impressa sul biglietto del volo di ritorno per Israele, verso la vita reale. Finché, mentre oscillano tra l'ebbrezza della libertà e il senso di colpa, scoprendosi accomunati dalla nostalgia per quello stesso sole e quello stesso cielo, la vita reale non bussa davvero alla loro porta...
Bandito dal ministero dell’Istruzione israeliano in quanto «minaccia all’identità ebraica», Borderlife, una grande storia d’amore impossibile fra un’ebrea e un palestinese, ha unito i lettori di un Paese diviso, guidandoli verso quei territori dell’anima che nessuno potrà mai occupare.  

RECENSIONE 
Liat, una ragazza israeliana che fa la traduttrice a New York ripercorre la sua storia d'amore con Hilmi, un ragazzo palestinese che vive a Brooklyn e fa il pittore.
La storia è divisa in tre parti: autunno, inverno ed estate, dalla stagione in cui si conoscono alla stagione in cui dovranno separarsi.
L'autrice racconta questa storia d'amore tra due mondi separati in uno stile poetico, particolareggiato che io ho amato, perché rende bella e completa ogni situazione, come ad esempio quando Liat dice che proverà a descrivere Hilmi nel momento in cui l'ha visto per la prima volta, senza quegli strati di colore che ormai lo rendono familiare e quindi traccia il suo ritratto descrivendoci il suo viso nei minimi particolari, il modo in cui era vestito e l'odore della sua pelle e così avviene per i paesaggi, per i momenti, per le altre persone e per le stagioni.
Nella prima parte ci sono i momenti iniziali di una storia dove si cerca di capire chi abbiamo di fronte, dove la curiosità è al primo posto e possiamo capire se con quella persona potrà nascere qualcosa ma in questo caso si intromettono le origini e i pregiudizi legati a quelle di lui intaccano i pensieri di Liat, si scontrano con il suo cuore e la fanno rimanere distaccata, le fanno avere paura di dire qualcosa di sbagliato che potrebbe ferirlo, al contrario di Hilmi che è molto più aperto nei confronti di questo amore. Questa battaglia tra testa e cuore proseguirà fino all'ultimo e anche quando comincerà ad amare Hilmi intensamente sa che arriverà un momento in cui dovranno inevitabilmente lasciarsi.
Poi iniziano le prime difficoltà, i primi confronti tra di loro sulla situazione politica e sul futuro dei loro popoli e tra Liat e alcuni amici di Hilmi e con il fratello di quest'ultimo, ma nonostante questo l'amore vince, abbatte ogni muro e anche quando saranno separati fisicamente, la testa e il cuore di entrambi continueranno ad essere insieme.
E' stato bello e interessante leggere di due mondi purtroppo separati: le frasi in arabo e in ebraico, le infanzie e le adolescenze diverse, le usanze e le differenze tra New York e Tel Aviv o Ramallah.
Un libro che merita cinque stelle anche per la splendida cover.




L'AUTRICE












DORIT RABINYAN è nata nel 1972 in Israele, da una famiglia ebrea trasferitasi dall’Iran. Ha scritto due romanzi, un soggetto televisivo e alcuni libri per bambini. Uscito nel 2014 e vincitore nel 2015 del prestigioso premio della Fondazione Bernstein, Borderlife, bandito dalle letture liceali dello Stato di Israele, è diventato immediatamente un caso internazionale. Al centro di un’aspra polemica mediatica, sostenuto da firme famose, tra cui quelle di Amos Oz e Abraham Yehoshua, ma soprattutto dal pubblico dei lettori per la straordinaria storia che racconta, il romanzo è volato in testa alle classifiche ed è tuttora conteso dagli editori stranieri per i diritti di pubblicazione.


Commenti

  1. dev'esere bello, mi piace questa storia di un amore forte che supera gli ostacoli dovuti alla cultura.
    E la cover è davvero molto molto carina!!
    ciao! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, io mi sono goduta ogni singola pagina :)
      Buona giornata Angela <3

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

La mia opinione su "Il libro dei Baltimore" di Joel Dicker

                                            Titolo: "Il libro dei Baltimore" Autore: Joel Dicker Casa editrice: La nave di Teseo Pagine: 592 Prezzo: 22,00 TRAMA Sino al giorno della Tragedia, c’erano due famiglie Goldman. I Goldman di Baltimore e i Goldman di Montclair. Di quest’ultimo ramo fa parte Marcus Goldman, il protagonista di La verità sul caso Harry Quebert .   I Goldman di Montclair, New Jersey, sono una famiglia della classe media e abitano in un piccolo appartamento. I Goldman di Baltimore, invece, sono una famiglia ricca e vivono in una bellissima casa nel quartiere residenziale di Oak Park. A loro, alla loro prosperità, alla loro felicità, Marcus ha guardato con ammirazione sin da piccolo, quando lui e i suoi cugini, Hillel e Woody, amavano di uno stesso e intenso amore Alexandra. Otto anni dopo una misteriosa tragedia, Marcus decide di raccontare la storia della sua famiglia: torna con la memoria alla vita e al destino dei Goldman di Baltimore, alle v

"Blog tour #5: La vita segreta e la strana morte della signorina Milne di Andrew Nicoll - Descrizione ambientazione"

Buon lunedì e benvenuti alla quinta tappa del blog tour dedicato a questo libro :) Ho pensato di parlarvi delle principali ambientazioni come se stessimo andando a visitarle (ovviamente nel 1912), visto che i luoghi descritti dall'autore esistono davvero.   Per andare a Broughty Ferry si prende il treno a vapore che ferma alla stazione di West Ferry - luogo in cui mette piede il luogotenente investigatore John Trench, il mio personaggio preferito, per aiutare a risolvere il caso e che vedrà partire il commissario capo di Broughty alla ricerca di risposte - e poi si prende il tranvai per raggiungere il paesino.     Broughty Ferry è un paesino sulla costa scozzese soprannominato il gioiello della corona di Dundee . I cittadini qui possono respirare un'aria pulita grazie alla presenza del Firth of Tay, il fiordo sul Mare del Nord su cui si getta il fiume Tay. Per respirare questa splendida aria ci si può dirigere al Molo del Pilota dove i pescatori tengono

Recensione "La bambina dai capelli di luce e vento" di Laura Bonalumi

Stella. Potrebbe essere il nome della ragazzina con i capelli di vento: le sue ciocche a punta, cariche di brillantini mi ricordano le stelle. Oppure Aria, dal movimento continuo dei suoi capelli. Luce, per la polvere luminosa che le circonda il viso. Titolo: "La bambina dai capelli di luce e vento" Autrice: Laura Bonalumi Casa editrice: Fanucci Pagine: 240 Prezzo: 13.00 TRAMA Viola ha undici anni. Undici fotografie di fiocchi di neve, undici pesci rossi, undici coperte di pile, undici palle di vetro con la neve, undici cappelli e ventidue guanti. Vive con la sua famiglia ‘a metà’ in una grande città dove nevica spesso. Ha una sorella sedicenne, e i genitori appena separati. Non ha tanti amici Viola, a scuola si sente inadeguata, a casa trascurata. Viola però ha una passione decisamente originale: la neve. Legge libri sulla neve, conosce più di 100 modi in lingua eschimese per dire neve, poesie, enciclopedie, e non si separa mai dalla sua lente d’ingran