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"Ritratto di signora" #21


Questo mese lasciamo la parola a Federica del blog Stasera cucino io :)

L'idea per il “ritratto” di questo mese era una cosa che mi frullava per la testa da un po'.
Poi un paio di mesi fa abbiamo letto un articolo che riportava alcune dichiarazioni dell'amministratore delegato della Abercrombie&Fitch (http://www.rocknmode.com/2013/05/24/abercrombie-fitch-le-iniziative-per-boicottare-il-brand-arrivano-dal-web/), che ci aveva fatto riflettere su questo argomento, inizialmente doveva essere un articolo collettivo, poi non si è più fatto, ma l'idea è rimasta.

"Grassa" di solito è il primo insulto che una ragazza rivolge a un’altra quando vuole ferirla; ricordavo di averlo visto succedere sia quando andavo a scuola sia tra le adolescenti. Così ho ricordato com'è strano e malsano l’insulto grassa. Voglio dire, grassa è davvero la cosa peggiore che possa essere una persona? Essere grassi è peggio che essere vendicativi, gelosi, superficiali, vanitosi, noiosi o crudeli ? No, per me no. Ma del resto, che ne so io delle pressioni sociali sulla magrezza? Vengono indicati come esempi da imitare quelle celebrità le cui più grandi imprese sono unghie perfettamente smaltate, le cui uniche aspirazioni sembrano essere farsi fotografare con nove vestiti diversi in una sola giornata, la cui unica funzione nel mondo sembra essere il sostegno del commercio di borse dal prezzo esorbitante e di cagnolini grossi come ratti. Forse tutto questo sembra comico o di poca importanza, ma non è così. Si tratta di quello che le ragazze vogliono essere, di quello che suggeriscono loro di essere e di come si sentono per essere come sono ed in un mondo ossessionato dalla magrezza mi preoccupa, perché non voglio ci siano cloni emaciati con l’ossessione di se stesse e con la testa vuota. Vorrei ragazze indipendenti, interessanti, idealistiche, gentili, caparbie, originali, divertenti.. C’è un migliaio di cose, prima di "magre". (J.K.Rowling)

Quando ho letto questo ho pensato fosse qualcosa che avrei potuto dire io. Tutte le volte che amici o parenti più o meno bene intenzionati, mi dicevano che ero grassa o che dovevo dimagrire mi chiedevo “come è possibile che tutto quello che vedono di me sia questo? Come è possibile che io non sia nulla di più del numero su quel cavolo di display?” e continuo a chiedermelo ora che tutti mi fanno notare quanto sia dimagrita “hai visto come stai bene ora? Avresti dovuto ascoltarmi tempo fa”
E continuo a chiedermelo quando leggo dichiarazioni come quella del signor amministratore delegato che dice che nei loro negozi non vendono taglie superiori alla L perché il loro marchi rappresenta uno status a cui non tutti possono accedere, e che ragazze oltre quella taglia rovinerebbero la loro immagine.
Ma siamo sicuri che io e la mia XL roviniamo l'immagine di quel marchio più di quello che fanno loro stessi rilasciando dichiarazioni del genere?
La mia impressione è che il modello che ci viene proposto è: magro=bello=sano.
Ma spesso le immagini che vi corrispondono sono di modelle o attrici scheletriche ed emaciate, che non trovo ne belle ne sane.
Dove si trova l'armonia in una figura tutta spigoli?
Facendo una ricerca (neanche troppo approfondita) su google ho trovato veramente tanti siti/blog/forum dove, principalmente ragazze, ma non solo, sono alla ricerca di questa estrema magrezza e leggendo qui e là mi chiedo se il signor amministratore di A&F (sicuramente non l'unico a pensarla così) si renda conto di quanto certe parole possano incidere incidere su delle persone suggestionabili perché in cerca di approvazione.
Certo il problema è sicuramente più complesso, e non risolvibile in poche righe, e in fin dei conti quello che voglio dire io è semplicemente che dovremmo imparare ad amarci e a vedere il bello in noi a prescindere da quello che ci dicono gli altri.

 

E dopo questo importante ritratto che condivido, perché dovremmo cominciare tutti ad amarci per come siamo, facendoci scivolare di dosso ciò che ci viene criticato fisicamente, vi aspettiamo il prossimo mese.
Franci, Monica, Mik, Miki, Clara e Fede

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