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Recensione "Verso dove si va per questa strada" di Stefano Bortolussi


Titolo: "Verso dove si va per questa strada"
Autore: Stefano Bortolussi
Casa editrice: Fanucci
Collana: Teens
Pagine: 192
Prezzo: 13.00
TRAMA
In un silenzio che sa di attesa due ragazzine scappano dall’auto della madre e iniziano a correre. Da cosa fuggono? Cosa cercano? A capo dell’impresa
c’è la sorella maggiore, che da tempo progetta di andare lontano. Un cammino avventuroso, una traversata verso l’ignoto, il bosco, poi un fiume, una nave in rovina, e intorno a loro una sfilata di personaggi bizzarri: un unicorno color champagne, tre scintillanti acrobate che si comportano come fossero una e un capitano malinconico che non parla mai ma è uomo di parola. Al termine di un viaggio in cui tutto è insolito, surreale ma vivo, stremate dalla fame e dalla fatica, le due ragazze approderanno a una casetta abbandonata, dove una misteriosa donna offrirà loro cibo e riposo...
ma per una notte, che sarà unica e piena di rivelazioni.

RECENSIONE
Due sorelle di 10 e 15 anni aprono la portiera dell'auto silenziosamente e cominciano a correre all'interno di un bosco; poi usando una barchetta a remi navigano in un fiume; in un canale e infine in un altro fiume, senza avere in testa una meta ben precisa ed è per questo che il titolo è "Verso dove si va per questa strada", perché le due ragazze non sanno dove stanno andando, non sanno cosa si nasconde tra gli alberi o dopo una salita, oppure dopo la curva intrapresa con la barca... loro semplicemente fuggono.
Un romanzo che mi ha riempito di domande: perché fuggono dalla madre? cosa succederà una volta entrate nel bosco? quanto durerà la loro impresa, prima che vengano a cercarle?, ma l'interrogativo più grande l'ho avuto alla fine, dopo il colpo di scena e tuttora permane in me, facendomi scervellare sulle possibili soluzioni.
E' un viaggio breve, narrato con capitoli molto corti, dove però accade sempre qualcosa di strano, appartenente più al mondo della fantasia, che alla realtà... eppure le due ragazzine vedono veramente queste cose e incontrano davvero queste figure curiose... com'è possibile?
Le due sorelle hanno caratteri diversi e pensieri diversi dovuti all'età, ma tra le due ho preferito senz'altro la più piccola, perché è piena di curiosità, è vivace ed ancora ingenua; mentre la maggiore è molto malinconica, pessimista, troppo puntigliosa e sapientona.
L'autore si sofferma sia sul paesaggio che le circonda, delineando sia i rumori, i suoni, i contorni delle cose, sia sulle riflessioni della sorella maggiore, che è colei che ci condurrà in questo viaggio bizzarro.
Le sensazioni provate sono state di stupore, per le visioni suscitate dall'autore; di tristezza, perché le descrizioni che ci vengono fatte dalla sorella maggiore di alcune piante o di altri paesaggi sono malinconiche, ma al contempo anche affascinanti, come ad esempio il momento in cui davanti ai loro occhi si affaccia il primo fiume - la prima cosa di cui ci siamo accorte, sono stati i salici piangenti che sembravano aver dato il cambio agli altri alberi del bosco, alberi più alti e più forti che si erano apparentemente ritirati cedendo il passo ai loro fratelli più delicati e malinconici. O forse dovrei dire alle loro sorelle (...) Mi fanno pensare a una schiera di donne chine sull'acqua. Forse una di loro ha perso qualcuno di caro, un figlio, una figlia, e le altre stanno partecipando al suo dolore; quale altro motivo avrebbero di chinarsi in questo modo, sospese sull'acqua come se stessero combattendo la tentazione di gettarvisi - e paura, quando saranno da sole nel buio, sospese sull'acqua del canale.
Le due sorelle mi hanno fatto anche abbozzare un sorriso, perché mi hanno ricordato me e mia sorella quando litighiamo o quando io passo per la "so tutto io", ma anche per l'affetto reciproco che ci lega.
E' un'avventura breve, in cui i paesaggi risentono della personalità della protagonista maggiore; che fa mutare i sentimenti e che regala al lettore il colpo di scena finale.
L'unica pecca di questo romanzo è il dialogo tra le due sorelle, perché il modo in cui è stato strutturato non fa capire fin da subito chi sta parlando e a volte mi è capitato di cercare di indovinare a chi appartenesse la frase, sperando di aver azzeccato... è un peccato, perché questo ha rallentato la lettura.
La cover è azzeccata, perché rappresenta proprio un cammino ignoto.

L'AUTORE
 Stefano Bortolussi è nato a Milano nel 1959. Poeta e romanziere, è anche traduttore di narrativa anglo-americana contemporanea. Il suo romanzo d'esordio, Fuor d'acqua (peQuod, 2004) è uscito negli Stati Uniti prima ancora che in Italia, tradotto da Anne Milano Appel e pubblicato nel 2003 da City Lights Publishers con il titolo Head Above Water. Tra le altre sue opere ricordiamo il romanzo Fuoritempo (peQuod, 2007) e le serie di libri per ragazzi Le indagini di Dick Rabbit e Le avventure di Miss Marmot (Dami Editore/Giunti). La sua ultima raccolta poetica, Califia, è di prossima pubblicazione presso Jaca Book.

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